CENNI STORICI
Allocata nella fertilissima pianura Campana, “Leboriae terrae” per gli antichi e come tale riconosciuta da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia,” Portico di Caserta trova menzione in antichi documenti dell’XI secolo come Casale di Capua. Nel Settecento, con il sorgere della Vanvitelliana Reggia di Caserta, il Casale subisce una significativa espansione edilizia dovuta in parte, essenzialmente, alle numerose quanto illustri famiglie che prendendovi dimora ne favorirono l’evoluzione socio-economico-culturale. Nel 1928, con la soppressione della provincia di Terra di Lavoro, fu aggregata alla vicina Macerata Campania formando comune unico chiamato Casalba fino al 1946, anno in cui riacquistò la propria autonomia amministrativa con Il toponimo di “Portico,” così fino al 1862; per assumere infine, a partire da quest’ultima, la toponimia definitiva in Portico di Caserta. La ridente cittadina trova oggi in Pietro Mauro Piccirillo, uno dei suoi valenti figli, autorevole mentore storico e ricercatore, dalle cui opere è stato tratto uno stralcio della cartina di Rizzi Zannoni G.A.
GEOGRAFIA FISICA
Portico di Caserta, paese, sorge a 8 km da Caserta, nel quadrante sud-ovest di quella città, in piena zona definita “Terra di Lavoro,” Il suo mite e gradevole clima consente la coltivazione e lo sviluppo di colture diversificate e produttivamente soddisfacenti (dal tabacco ai pomodori, etc), favorite da temperature che solo raramente scendono al di sotto dello 0 °C e fenomeni nevosi quasi del tutto assenti. La sua vicinanza poi all’autostrada del sole “A1,” caselli “Caserta Nord” e “Caserta Sud”, le stazioni ferroviarie di Recale e Marcianise e la vicinanza con l’aeroporto di Capodichino, ne fanno centro facilmente raggiungibile favorendone scambi commerciali per ogni dove. La sua superficie territoriale, pari soltanto ad ettari 191, corrispondenti a 1,91 km², superficie per lo più destinata alla produzione agricola, non gli ha tuttavia impedito di dotarsi di una fiorente zona industriale e/o limitato lo sviluppo commerciale composito di piccole realtà che spaziano dall’agro-alimentare al metal-meccanico. Nell’ambito educativo-didattico, il paese, dotato di scuole che vanno da quelle dell’infanzia a quelle secondarie di primo grado, ha saputo accompagnare la crescita culturale-evolutiva di innumerevoli giovanissimi talenti, confermata nel tempo nelle figure dirigenziali di istituzioni Statali, del terziario e di società multinazionali a caratura Europea-Mondiale; un crogiuolo innovativo e stimolante quindi, votato alla responsabile disciplina della formazione.
Monumenti e luoghi d’interesse
Uno degli esempi e testimonianza storico-architettonica presente nel capoluogo comunale è la Chiesa intitolata, e nel tempo consacrata di fatto, a San Pietro Apostolo; costruita nel Seicento, presenta i caratteri tutti di un tardo neo classicismo pur conservando, ancor oggi, gli evidenti segni dei rifacimenti resosi necessari nel corso dei secoli. Luogo di culto e di fervida preghiera, custodisce tutt’oggi l’impronta spirituale dei tanti pastori d’anime che vi si sono avvicendati, il loro apostolato parla ancora dei vari don Giovanni Palmieri, del canonico D. Luigi Piccirillo, di monsignor Antonio Iodice, di monsignor Antonio Vassallo, dell’indimenticato monsignor Umberto Piccirillo parroco in Portico per 56 anni. La loro instancabile opera continua ad ispirare la necessaria fede, a soddisfare il bisogno di un credo che travalicando i limiti del tempo, si manifesta oggi ancor più di ieri quale bene ineludibile per una società in continua e rapida evoluzione. Non a caso quindi sono nate opere scrittorie del nominato Pietro Mauro Piccirillo, di Giovanni Antonio Gravina e di tanti altri, mirate soprattutto a perpetuare nel tempo il meritorio fare di uomini degni che hanno dato il loro contributo nel laico come nel secolare.
Altra testimonianza architettonica è data dalla Chiesa di San Marcello Martire Centurione in Musicile, località periferica all’abitato definita frazione di Portico di Caserta, ma che in realtà sorge sul territorio di appartenenza di tre diversi comuni limitrofi, estendendosi in quel di Recale e Capodrise, oltre naturalmente che di Portico stesso.
Parte dell’antico Casale di Capua il cui toponimo deriverebbe da un presunto tempio o villaggio di epoca romana dedicato alle Muse (Pago Musicilium) Menzionato fin dal XIV secolo come sede della domus de villa Musicili, sede territoriale di un convento-ospedale, dell’Ordine del Gran Priorato Giovannita Gerosolimitano di Malta, venne distrutta negli anni settanta del 1300. Tuttavia l’evidenza storica che ne ascrive l’ascendenza al culto delle muse sembra vacillare a favore di un’origine che nulla avrebbe a spartire con culti greco-romani, ma legato a credenze osche e Sannite. La chiesa di San Marcello Centurione, di antiche origini, ricorda il luogo del passaggio del Santo Martire Capuano verso il suo supplizio in terra di Puglia. Il sacello oggi si presenta con l’aspetto della sua ristrutturazione ottocentesca, ricordato dalla lapide posta sul portale e voluta dal Parroco Pasquale Gravina. Della precedente struttura, tale invaso, conserva tuttavia l’impianto dei muri perimetrali, probabilmente ricalcanti un antico tempio romano. La seicentesca statua di San Marcello Martire e la pala d’altare raffigurante la Vergine in gloria col Bambino fra i Santi Antonio Abate e Francesco d’Assisi, un lavabo marmoreo del 1595 e il cinquecentesco paliotto d’altare di marmi intarsiati, ne fanno indiscusso luogo di notevole interesse.
Non si può non richiamare, arricchendo la galleria dei luoghi d’interesse, la sede della Casa Comunale, nonostante la sua costruzione risalga ai primi anni del XX secolo; non fosse altro per aver accolto per vari decenni e sicuramente fino all’inizio degli anni sessanta, una notevole biblioteca e molte aule destinate a scuole di diverso ordine e grado, divenendo di fatto, quel laboratorio alchemico culturale destinato a fecondare le giovani menti dell’epoca. Con sviluppo a pianta quadrangolare e cortile interno, la casa comunale si presenta in linea con le tendenze urbanistiche e funzionali del tempo, diventandone oggi, silenzioso testimone oltre che indiscusso elemento di memoria, di verità antiche che ancor dettano saggezza e coerenza in scelte talvolta difficili da seguire. Balza agli occhi, da subito, all’ipotetico visitatore, la spazialità giudiziosa di piazza Rimembranza, perseguita e voluta dall’ottica visionaria di talentuosi figli dell’amato paese e che la cosa vollero quale fulcro dal quale dipartirsi per il corso vittoria come per le strade tutte che dal nucleo storico si diramano per condurre alle moderne periferie. Fatto voluto, soffertamente maturato, ma che alla fine ha realizzato lo scopo, la riuscita visione prospettica di un sogno cittadino al cui centro muove l’amministrazione responsabile del fare pubblico. Nell’ampia piazza, a memoria dei tanti figli caduti, vittime della follia di una guerra assurda, è stato ricavato uno spazio a loro dedicato, monito per le future generazioni perché mai più si abbiano a vivere orrori e nefandezze che la storia recente ci ha lasciato.
Piazza Rimembranza, moderna Agorà dove sovente lo scambio artistico culturale diventa preziosa merce di scambio e l’animo si dispone alla spazialità di nuove speranze di possibile globalità tenendo a mente tutto quel che di buono e bello la recente storia ci ha lasciato nel nome di una consolidata tradizione spirituale, ingigantita da figli eletti assurti al rango di cavalieri di Cristo, e dei quali, il vento ancora narra: don Salvatore Gravina, don Umberto Piccirillo, per stare in tempi a noi più vicini … è ancora possibile incontrarli in Piazza Rimembranza.
CULTURA
Portico di Caserta, piccolo paese che sorge nel quadrante sud-ovest della nobile Caserta, coltiva e tiene in vita secolari tradizioni, non trascurando allo stesso tempo di favorire fenomeni culturali che di volta in volta prendono vita e si incamminano per le lunghe e dure strade del mondo, come ad esempio la famosissima festa di Sant’Antonio Abate (che ricade annualmente tra il 17 e il 26 gennaio). La festività si arricchisce di una singolare manifestazione, quella dei “Carri, Cippi e Pastellessa”; veri e propri carri allegorici a forma di barche con polene dal volto di spiriti maligni, a ben vedere, tipica rappresentazione della cultura del paese, che raffigura la liberazione del male attraverso il “suono,” un ritmo incalzante prodotto da bottari sui carri
trainati da trattori, e sui quali, gli abitanti percuotono strumenti risalenti alla cultura contadina (Botti, Tini e Falci). Una festa antica insomma, paradossalmente attuale, che vede ogni anno affiorare tra le strade del paese migliaia di persone provenienti da ogni dove, da tutta la Campania e non solo, per vedere e ascoltare le “battuglie” suonare e muoversi al ritmo di “Pastellessa” (castagne sgusciate secche, cucinate con pasta). Non è un caso quindi che i Bottari di Portico sono divenuti col tempo sempre più famosi, fino a raggiungere l’attuale posizione internazionale con tournée in tutta Europa insieme al musicista e cantautore Enzo Avitabile.
Ma se tale tradizione continua incontaminata a tenersi in vita, l’opera meritoria è sicuramente da ascrivere al prezioso operato profuso dalla locale Proloco, che in verità non si limita alla sola ricorrenza descritta, ma promuove e patrocina iniziative encomiabili quali: la festività delle noci (altra tradizione locale), lo struffolo d’oro, i dolci simbolo della tradizione natalizia del Sud Italia prodotto dalle attività commerciali e casalinghe di Portico di Caserta, la festa della mamma, ricorrenza che vede il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado impegnate in concorso compositivo di opere che spaziano dalla poesia alla narrativa, dalla pittura alla fotografia, ad opere ispirate all’arte scultorea. Patrocinante dei mille volti che l’arte e la cultura assumono nel fare quotidiano, la Proloco, unitamente alla Parrocchia di San Pietro Apostolo e all’Amministrazione Comunale, a seconda delle competenze, persegue, ispira e realizza manifestazioni sportive, valga per tutte la corsa delle biciclette, per arrivare a quelle in campo etico-culturale-religioso.
Indimenticabile resta negli annali quanto si è saputo mettere in campo, in pieno condizionamento da Covid-19, durante la giornata dedicata alle Proloco Nazionali, in collaborazione con l’UNPLI e l’alto patrocinio del Comune di Portico di Caserta. E’ stata una serata dedicata soprattutto ai giovanissimi talenti che, guidati dal Maestro Cesare Marra, insegnante di musica presso l’Istituto Comprensivo San Giovanni Bosco che dal 2016 collabora con il conservatorio statale di musica “Nicola Sala” di Benevento, hanno creato con le loro struggenti note un momento magico che ha visto coinvolti esponenti di spicco dell’amministrazione Regionale, Comunale, Ecclesiastiche e dei tanti cittadini intervenuti. L’evento è stato inoltre impreziosito dalla presenza di scrittori e poeti, ricercatori e storici figli di questa terra, che con le loro opere hanno diffuso e diffondono nel mondo quei messaggi universali di riscoperta d’antichi valori, irrinunciabili per il futuro.
In occasione della festività natalizia, oltre al concorso dei presepi denominato “Cristo nasce nelle Case” e lo “struffolo d’oro”, un grande evento è rappresentato dal “Concerto di Natale” che, come da tradizione ogni anno si tiene nella chiesa di San Pietro Apostolo, con ingresso libero. Evento presentato dal coro polifonico “San Francesco”, guidato dalla Maestra Antonella Rauccio, dedita al diffondersi della musica attraverso laboratori di PROPEDEUTICA MUSICALE E DI STRUMENTO ai bambini in tenera età presso vari istituti scolastici della zona. Quello del concerto è ormai un appuntamento fisso che ogni anno si rinnova, con musiche tratte da celebri brani classici e natalizi, accompagnati dai preziosi strumenti di musicisti professionisti e dalle voci, oltre che del coro, di affermati cantanti lirici.
Il Presidente dell’APS Pro Loco Portico di Caserta
Dr. Giuseppe Cicala