A carnevale la follia si impossessa della collettività.
Non c’è più distinzione alcuna tra bene e male, saggezza e pazzia, uomo e donna.
Le maschere ballano, cantano, scherzano, ridono per liberarsi dall’angosce, per assicurarsi salute e ricchezza, per garantirsi benessere.
Si deve ridere… ogni anno le stesse battute, le stesse trovate comiche, immutabili e ripetitive.
Ma si deve ridere.
Tutto è caos, tutto è al rovescio.
Ogni cosa è annullata, dissacrata, esorcizzata per poi essere ricostruita..
Ogni cosa deve essere ricostruita … deve tornare al suo posto…
Così l’uomo ad ogni cosa dà il proprio ordine naturale sia che lo guidi un Pulcinella , maschio con coppolone in testa e corno in mano, femmina partoriente dalle due gobbe, morto con l’abito bianco, la maschera nera e la scopa nell’altra mano, sia che lo guidi il capo – quadriglia del laccio d’amore, i cui comandi fanno prima intrecciare e poi sciogliere i nastri intorno al palo, simbolo eterno di fecondazione e prosperità.